6 luglio Milano, Arena Civica, Vittorio Grigolo

Grazie alla collaborazione tra Citysound Events e il Comune di Milano, quest’estate l’Arena Civica riaprirà i battenti con un musical lirico dalla messa in scena imponente.

Giovedì 6 luglio il tenore Vittorio Grigòlo, straordinario interprete del belcanto e ambasciatore dell’eccellenza italiana nel mondo, porterà in scena il suo spettacolo ITALIA, UN SOGNO, un recital con proporzioni da kolossal voluto e progettato dal Maestro per presentare la magia dell’opera in una veste moderna e non convenzionale.

Non solo. Il sentimento che ha spinto Grigolo a imbarcarsi in questa grande avventura artistica è l’amore e l’orgoglio verso il nostro Paese. E’ il sogno di un giovane artista che, divenuto a soli 39 anni il tenore più celebrato del momento, acclamato dal pubblico e dalla critica mondiali, desidera condividere con gli spettatori italiani il suo inno all’Italia e alla sua incontestabile grandezza.

Con ITALIA, UN SOGNO, dunque, si superano i confini del melodramma tradizionale. Vittorio Grigolo, con grande carisma e profondità, racconta quadri della storia d’Italia, dal Rinascimento alla Dolce Vita, abbinandovi 14 arie classiche del repertorio italiano – da “La donna è mobile” a “Una furtiva lagrima”, passando per “Vesti la giubba”, “Che gelida manina” e “Nessun dorma” – e trasformando lo spettacolo in una straordinaria festa del belcanto.

Sul palco, infatti, Grigolo sarà accompagnato da un cast di 14 artisti, tra cantanti e attori, un’Orchestra Sinfonica di 65 elementi e un coro di 40 professionisti magistralmente diretti dal regista inglese John Pascoe.

Una grande produzione teatrale classica al contempo caratterizzata da una scenografia innovativa che vibra e si modifica insieme agli artisti attraverso proiezioni tridimensionali e tecnologie avanzate.

ITALIA, UN SOGNO non è un semplice recital di arie d’opera, ma uno spettacolo completo e contemporaneo che rivisita in chiave nuova il linguaggio dell’opera. Un progetto con il quale Grigolo intende rivoluzionare la tradizione: “L’opera non morirà mai, ha solo bisogno di individuare nuove strade, nuovi luoghi, nuovi linguaggi per diffonderne i contenuti”.

Il giovane tenore è fermamente convinto che questo linguaggio musicale abbia la forza di coinvolgere le nuove generazioni e sottolinea: “Questo sogno italiano dovrebbe entrare in ogni scuola! Bisogna smetterla di pensare che tutto quello che viene da fuori è meglio del nostro. Il meglio siamo noi. E’ da qui che dobbiamo partire”.

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