Compositore contemporaneo, musicista tradizionale o rock star, non ha dovuto scegliere – ha combinato tutto per inventare una musica che è allo stesso tempo universale e assolutamente sua. Cinque anni dopo l’album Champagne for Gypsies , Goran Bregovic torna con una nuova produzione incentrata sul tema della diversità religiosa e della coesistenza pacifica: “Three Letters from Sarajevo”, che uscirà con Universal.
Bregovic porta in sé il melting pot che prova a raccontare nel nuovo album. «Io sono di Sarajevo, sono nato su una frontiera: l’unica dove si incontravano ortodossi, cattolici, ebrei e musulmani. Mio papà è cattolico, mia mamma è ortodossa, mia moglie è musulmana. E mi sento anche un po’ gitano, forse perché per mio padre, colonnello dell’esercito, era inaccettabile che facessi il musicista, un mestiere “da gitano”, come diceva lui».
È infatti la storia di Sarajevo con le sue tante credenze, identità, con i suoi complessi paradossi che ha ispirato il nuovo album di questo nativo di Sarajevo, Goran Bregovic.
Per l’occasione all’album hanno partecipato voci meravigliose ed esplosive: Bebe, Riff Cohen, Rachid Taha, Asaf Avidan.
Pochi musicisti sono riusciti a sviluppare un’arte così varia, che combina insieme una così grande varietà di stili e tecniche senza perdere la propria identità. Un pezzo di Bregovic può essere riconosciuto al primissimo ascolto e sembra sempre diretto al mondo intero, senza distinzione di razza, sesso, età e religione.
In concerto Goran Bregovic sarà accompagnato da un orchestra di 19 elementi.
Le date:
4 febbraio Roma – Auditorium Parco della Musica,
6 febbraio Milano – Teatro degli Arcimboldi,
7 febbraio Bologna – Auditorium Manzoni