Ciclo Mozart a Palazzo Pitti: sette concerti alle 17 dal 24 gennaio diretti da Federico Maria Sardelli e Alvise Maria Casellati

Riprende il ciclo Mozart a Palazzo Pitti, nella Sala Bianca: sette appuntamenti in totale per due programmi dal 24 fino al 31 gennaio sempre alle ore 17. Sul podio dell’Orchestra del Maggio per quattro volte Federico Maria Sardelli con musiche di Wolfgang Amadeus Mozart, Franz Joseph Haydn, Ludwig van Beethoven e tre per Alvise Maria Casellati che, oltre a Mozart, dirigerà musiche di Haydn, Samuel Barber e Dmitrij Šostakovič. I tre concerti diretti da Alvise Casellati sono dedicati a Liliana Segre appena nominata senatrice a vita dal presidente della Repubblica.

Riprende il ciclo Mozart a Palazzo Pitti, nella Sala Bianca, con due nuovi programmi inseriti in cartellone fuori abbonamento; sette appuntamenti in totale per due programmi dal 24 fino al 31 gennaio, con l’esclusione solo di lunedì 29 gennaio, sempre alle ore 17. Sul podio dell’Orchestra del Maggio, per quattro volte Federico Maria Sardelli il 24, 26, 28, 31 con musiche di Wolfgang Amadeus Mozart, Franz Joseph Haydn, Ludwig van Beethoven e tre per Alvise Maria Casellati che il 25, 27, 30 gennaio, oltre a Mozart, dirigerà musiche di Haydn, Samuel Barber e Dmitrij Šostakovič con un programma che invita alla meditazione e alla riflessione come contributo alla Giornata della Memoria istituita per ricordare la memoria delle vittime dell’Olocausto.

Nel programma diretto da Federico Maria Sardelli, la Sinfonia n. 17 in sol maggiore K 129, opera giovanile di Wolfgang Amadeus Mozart, abbinata alla Sinfonia n. 96 in re maggiore di Franz Joseph Haydn e alla Sinfonia n. 1 in do maggiore op. 21 di Ludwig van Beethoven. La Sinfonia n. 17 di Mozart venne composta a Salisburgo nel maggio del 1772, in tre movimenti – e senza un minuetto – quando l’allor giovanissimo compositore tornò dal suo viaggio in Italia che ne influenzò la scrittura: inizia con un umoristico “Allegro” iniziale, per proseguire con un “Andante” basato su una semplice melodia e un “Allegro” finale, quasi un “Rondò”, il cui tema principale è esposto da tutta l’orchestra all’unisono, come un tipico segnale di caccia. La Sinfonia n. 96 in re maggiore di Haydn è detta anche Il miracolo a ricordo di un incidente avvenuto a Londra quando fu eseguita la prima volta: subito dopo il bis dell’ultimo movimento, il grande lampadario che illuminava la sala crollò dal soffitto al pavimento senza fare vittime tra il pubblico che dopo un momento di terrore, gridò al miracolo, appunto. Tutta la sinfonia è pervasa da temi ricchi, piacevoli, sereni ed espressivi.
La Sinfonia n. 1 in do maggiore op. 21 di Beethoven, composta quando non era ancora trentenne – tuttavia già compositore celebre e autorevole -, è molto più vicina allo stile di Haydn che a Mozart. Una particolarità di questa sinfonia, di prima maniera, è il terzo tempo che Beethoven intitola “Minuetto” ma che tale non è perché il compositore pur conservandone lo stile formale lo tramuta da danza cerimoniosa in un’altra scapigliata e mossa.

Wolfgang Amadeus Mozart Sinfonia in sol maggiore K.129, Franz Joseph Haydn Sinfonia in re maggiore Hob.I: 96 Il Miracolo, Ludwig van Beethoven Sinfonia n. 1 in do maggiore op. 21, Federico Maria Sardelli direttore, Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. Sala Bianca di Palazzo Pitti: Mer 24 gennaio, ore 17 – Ven 26 gennaio, ore 17 – Dom 28 gennaio, ore 17 – Mer 31 gennaio, ore 17.

Alvise Maria Casellati e l’Orchestra del Maggio sono i protagonisti di un concerto che c’invita a meditare, riflettere e a ricordare: non a caso, infatti, una delle tre date, il 27, è programmata nel Giorno della Memoria, ricorrenza internazionale istituita per commemorare le vittime dell’Olocausto. E alla luce della recentissima nomina a senatrice a vita di Liliana Segre da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Teatro del Maggio dedica alla signora Segre – testimone diretta dell’Olocausto – i tre concerti.

L’Adagio e fuga di Wolfgang Amadeus Mozart è tratto dalla sua “Fuga in do minore K. 426” di cui ne vennero scritte due versioni: la più nota (nonché quella che verrà eseguita) è la seconda dai toni più seriosi e impegnati rispetto alla precedente. La differenza sta nel maestoso Adagio iniziale che, nelle intenzioni di Mozart, doveva meglio sviluppare il potenziale contrappuntistico della composizione.
La Sinfonia n. 49 di Franz Joseph Haydn, invece, fa riferimento all’intensa carica emotiva provocata dall’ascolto ed è parte di un gruppo di sinfonie detto dello Sturm und Drang, riferibile quindi all’omonimo movimento estetico che cominciava allora ad agitare le acque della letteratura e dell’arte nei paesi tedeschi.
A seguire l’Adagio per archi di Samuel Barber, definita dal compositore stesso “la [sua] Sinfonia troppo famosa”. I suoi toni elegiaci e meditativi ne hanno fatto colonna sonora costante, purtroppo, di alcuni momenti tragici della storia statunitense, uno per tutti l’omaggio per le vittime dell’11 settembre nell’ultima serata dei Proms della BBC nel 2001, e del cinema.
In ultimo il brano di Dmitrij Šostakovič: la Sinfonia da camera in do minore per archi 110a, trascrizione (operata dal violista e compositore Rudolf Barshay) del “Quartetto per archi n.8 in do minore op.110” ispirato dalla notizia della completa devastazione della città di Dresda nel 1945.

Wolfgang Amadeus Mozart Adagio e Fuga in do minore K. 546 per orchestra d’archi, Franz Joseph Haydn Sinfonia in fa minore Hob.I: 49 La Passione, Samuel Barber Adagio per archi, Dmitrij Šostakovič Sinfonia da camera op. 110a per archi. Arrangiamento di Rudolf Barshai dal “Quartetto n.8 in do minore per archi op.110”, Alvise Maria Casellati direttore, Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino.
Gio 25 gennaio, ore 17 – Sab 27 gennaio, ore 17 – Mar 30 gennaio, ore 17.

www.operadifirenze.it

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