Fazil Say non è artista che ama etichette e classificazioni. Irrequieto e geniale, provocatore e versatile, non è mai banale sia che sieda al pianoforte per eseguire Beethoven o Chopin, sia che esegua o componga la sua musica che è fautrice dell’integrazione fra Oriente e Occidente, con fusioni di musica popolare, jazz e classica.
Fazil Say ancora oggi, a 48 anni, non si risparmia. Per le sue esecuzioni usa tutto di sé: le dita, le mani, i gomiti, il collo, la testa, la bocca, la voce, il corpo intero. «Non possiamo suonare Mozart semplicemente con le dita – dichiara Say – La sua musica ha bisogno di essere assorbita dal nostro corpo, dal nostro essere, dalla nostra vita. Dobbiamo viverla, respirarla. Ho tanto cercato di raggiungerla e poter essere degno di lei».
L’ istrionico musicista turco torna con il seguente programma:
- van Beethoven, Sonata in si bemolle maggiore op. 106 (Grosse Sonate für das Hammerklavier), C. Debussy, 6 Préludes, , F. Say, Black Earth