Simon Boccanegra di Giuseppe Verdi, su libretto di Francesco Maria Piave, è tratto, come quello del Trovatore, da un dramma di Gutiérrez, Simón Boccanegra, mai pubblicato in italiano, nel quale si narra la storia di Simone Boccanegra, il corsaro genovese che nel Trecento riuscì a salire al seggio dogale grazie all’appoggio di un amico e che al termine di una vita funestata da tragici eventi – la morte della donna segretamente amata, appartenente a una famiglia patrizia e la scomparsa della figlia – morì avvelenato dallo stesso amico.
La prima ebbe luogo il 12 marzo 1857 al Teatro La Fenice di Venezia.
Opera della maturità verdiana, che segue la celebre “trilogia popolare”, fu in parte pregiudicata dal non felice libretto di Piave, ma le numerose pagine di grande forza drammatica che essa conteneva spinsero Verdi, oltre vent’anni dopo, a rimaneggiare profondamente la partitura su un libretto revisionato da Arrigo Boito, il futuro librettista di Otello e Falstaff. La nuova e definitiva versione andò in scena il 24 marzo 1881 al Teatro alla Scala di Milano con notevole successo.