Please allow me to introduce myself
I’m a man of wealth and taste
I’ve been around for a long, long year
Stole many a man’s soul and faith
And I was ‘round when Jesus Christ
Had his moment of doubt and pain
Made damn sure that Pilate
Washed his hands and sealed his fate
Pleased to meet you
Hope you guess my name
But what’s puzzling you
Is the nature of my game
I stuck around St. Petersburg
When I saw it was a time for a change
Killed the Tsar and his ministers
Anastasia screamed in vain
I rode a tank
Held a general’s rank
When the blitzkrieg raged
And the bodies stank
Pleased to meet you
Hope you guess my name, oh yeah
Ah, what’s puzzling you
Is the nature of my game, oh yeah
I watched with glee
While your kings and queens
Fought for ten decades
For the gods they made
I shouted out,
“Who killed the Kennedys?”
When after all
It was you and me
Let me please introduce myself
I’m a man of wealth and taste
And I laid traps for troubadours
Who get killed before they reached Bombay
Pleased to meet you
Hope you guessed my name, oh yeah
But what’s puzzling you
Is the nature of my game, oh yeah
Pleased to meet you
Hope you guessed my name, oh yeah
But what’s confusing you
Is just the nature of my game
Just as every cop is a criminal
And all the sinners saints
As heads is tails
Just call me Lucifer
Cause I’m in need of some restraint
So if you meet me
Have some courtesy
Have some sympathy, and some taste
Use all your well-learned politesse
Or I’ll lay your soul to waste, um yeah
Pleased to meet you
Hope you guessed my name, um yeah
But what’s puzzling you
Is the nature of my game
Woo, who
Oh yeah, get on down
Oh yeah
Oh yeah!
Tell me baby, what’s my name
Tell me honey, can ya guess my name
Tell me baby, what’s my name
I tell you one time, you’re to blame
Ooo, who
Ooo, who
Ooo, who
Ooo, who, who
Ooo, who, who
Ooo, who, who
Album: Beggars Banquet (1969)
Artista: Rolling Stones
Compositore: Mick Jagger, Keith Richard
Non posso non iniziare questo mio editoriale di Giugno, abbracciando insieme a voi tutti il mio caro amico Alberto Guerrini a cui è venuto a mancare il padre da pochissimi giorni.
Nonostante fosse da tempo malato, non riesco neanche a immaginare come Alberto si possa essere sentito e si possa sentire ancora adesso.
Sono certo che tutti voi vi stringerete a lui in un abbraccio e in un pensiero di affetto e di vicinanza.
Questo mese il reportage di Monaco ha preso molte pagine di rivista e molte ne prenderà nei prossimi numeri estivi.
Purtroppo per motivi di salute non ho potuto partecipare quest’anno all’appuntamento monacense. E’ la prima volte che capita da quando, nel lontano 2003, acquistai Fedeltà del Suono.
Il mio primo Monaco fu nel 2004 e coincise con il primo anno dell’High End al MOC di Monaco dove si era spostato da Francoforte.
In questi quindici anni l’High End è molto cambiato, è cresciuto e si è via via strutturato come una fiera non più “locale” ma internazionale. Direi anzi che il Monaco High End (MHE) ha nel tempo superato e poi surclassato per importanza il CES di Las Vegas, divenuto ormai per il settore audio una fiera esclusivamente locale.
Il MHE è diventata l’unica vera fiera mondiale dedicata al mondo dell’Hi-Fi dove sei sicuro di poter incontrare tutte le principali aziende del mondo e tutti quelli che realmente contano in questo mercato.
Al di là delle sale e degli annunci di prodotto, quello che è interessante capire a Monaco è “l’aria che tira”, è il “mood” che si muove nei corridoi e nelle sale, nelle stanze e nei meeting che si svolgono dal giovedì alla domenica.
Questa è la cosa che più mi è mancata quest’anno anche perché Dimitri e Gabriele (che sono andati comunque da soli!) mi hanno fantasticamente sostituito sotto l’aspetto tecnico (andatevi a leggere da pagina 22 il loro primo reportage) ma non mi potranno trasmettere quello che si può solo percepire…
Da quello che comunque sono riuscito a capire, mi sembra che la crisi continua ad aleggiare da queste parti in Europa ma che, anche quest’anno come il 2018, hanno visto tutti gli indicatori in crescita al MHE: più espositori, più visitatori, più professionisti! E questo non può che essere un buon segno, visto che veniamo da anni decisamente difficili per il nostro mercato.
A ben vedere credo che ormai da almeno un paio di anni la situazione di crisi si sta componendo. Non stiamo del tutto uscendo dalla crisi ma sta avvenendo quello che anni fa scrissi su queste pagine: il mercato dell’Hi-Fi si andrà semplificando.
Molti negozi hanno già chiuso ma molti altri ne chiuderanno.
Molti marchi cambieranno distributore e andremo in una direzione di sempre maggiore concentrazione della distribuzione.
Il mercato italiano dovrà per forza di cosa adeguarsi alle politiche che ormai vigono un po’ in tutto il mondo e che vedono i pochi punti vendita rimasti svolgere un ruolo sempre più vicino a quello del consulente più che a quello del semplice “movimentatore di scatole” (box mover). Per quello ci sono i corrieri e c’è Amazon.
Se il negoziante vuole realmente avere ancora un ruolo in questo mercato, non può che “differenziarsi” e tornare a fare quello che all’inizio era il loro valore aggiunto: saper consigliare!
Non ritirare l’usato per vendere il nuovo… quella è una follia italiana, figlia di un passato nel quale c’erano ampi margini di guadagno e i prodotti che tiravano si vendevano da soli.
Oggi, a parte pochissimi marchi ancora molto richiesti, il resto dei prodotti viene venduto a pochi selezionati appassionati. Ecco allora che il venditore deve cambiare pelle e muoversi in una direzione di cambiamento e di crescita… altrimenti la fine è segnata.
Non c’è altra soluzione secondo me per uscire definitivamente dalla crisi e imboccare la strada nuova che si sta delineando.
Questo mercato non è affatto morto, come alcuni soloni andavano dicendo anni fa, ma anzi è ricco di novità e di nuove leve che si avvicinano. L’importante è non dare l’idea di essere seduti in un club esclusivo fatto solo per ricchi e anche un po’ avanti con l’età… quello è stato l’errore che ha portato alla fine del Top Audio e alla chiusura di tante attività.
MHE ci dimostra che se sappiamo reinventarci, se sappiamo attrarre nuove aziende e nuove sfide, allora tutto è possibile, come ci dimostrano anche i mitici Rolling Stones che da quasi sessant’anni continuano a fare musica sia in studio che dal vivo.
Loro si che hanno capito come reinventarsi continuamente… o forse hanno semplicemente venduto la loro anima a Lucifero…
Scrivetemi pure, come sempre, senza remore a:
abassanelli@fedeltadelsuono.net
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