“Montana”
[Verse 1]
I might be movin’ to Montana soon
Just to raise me up a crop of dental floss
Raisin’ it up
Waxin’ it down
In a little white box
That I can sell uptown
By myself I wouldn’t have no boss
But I’d be raisin’ my lonely dental floss
Raisin’ my lonely dental floss
[Verse 2]
Well I just might grow me some bees
But I’d leave the sweet stuff to somebody else
But then on the other hand I would
Keep the wax
‘N melt it down
Pluck some floss
‘N swish it aroun’
I’d have me a crop
An’ it’d be on top
That’s why I’m movin’ to Montana
[Refrain]
Movin’ to Montana soon
Gonna be a dental floss tycoon, yes I am
Movin’ to Montana soon
Gonna be a mennil-toss flykune
[Guitar Solo]
[Bridge]
I’m pluckin’ the ol’ dennil floss
That’s growin’ on the prairie
Pluckin’ the floss!
I plucked all day an’ all nite an’ all afternoon
I’m ridin’ a small tiny hoss
His name is Mighty Little
He’s a good hoss
Even though
He’s a bit dinky to strap a big saddle or
Blanket on anyway
He’s a bit dinky to strap a big saddle or
Blanket on anyway
Anyway
I’m pluckin’ the ol’
Dennil floss
Even if you think it is a little silly, folks
I don’t care if you think it’s silly, folks
I don’t care if you think it’s silly, folks
[Verse 3]
I’m gonna find me a horse just about this big
An’ ride him all along the border line
With a pair of heavy-duty
Zircon-encrusted tweezers in my hand
Every other wrangler would say
I was mighty grand
By myself I wouldn’t have no boss
But I’d be raisin’ my lonely dental floss
Raisin’ my lonely dental floss
Raisin’ my lonely dental floss
[Verse 4]
Well I might ride along the border
With my tweezers gleamin’ in the moon-lighty night
And then I’d get a cuppa cawfee
‘N give my foot a push
Just me ‘n the pygmy pony
Over by the dental floss bush
‘N then I might just
Jump back on
An’ ride like a cowboy
Into the dawn to Montana
[Outro]
Movin’ to Montana soon
(Yippy-Ty-O-Ty-Ay)
(…)
Album: Over-Nite Sensation
Artista: Frank Zappa
Data di uscita: 1973
Vi devo confessare che la scelta del brano che accompagna il mio editoriale di questo mese non è stata facile.
Vuoi perché Zappa non è un musicista “facile”, vuoi perché i suoi testi, spesso e volentieri, “non sono facili”, vuoi anche perché molti dei brani contenuti in questo STREPITOSO cofanetto sono strumentali…
Alla fine la scelta è caduta su questo brano che ha un testo demenziale (senza scendere nella trivialità pur se in inglese!) ma che contiene al suo interno un assolo di chitarra che da solo varrebbe l’acquisto della nuova ristampa zappiana!
Per chi ama Zappa potrei chiudere qui dicendo “Poo Poo ta ta na” sapendo di essere perfettamente compreso ma vi invito ad ascoltare il brano e a scrivermi, poi, le vostre impressioni!
Frank Zappa era un “GENIO” oltre a essere un chitarrista IMPAREGGIABILE, ma soprattutto era una persona che amava circondarsi di musicisti eccezionali, senza avere timore di essere messo in ombra.
Chi ha la consapevolezza di se stesso e del proprio valore, non teme nessuno e proprio per questo può permettersi il lusso di circondarsi di autentici fuoriclasse anche, e soprattutto, migliori di lui.
A tal proposito mi verrebbe facile parlare di politica… ma non lo farò, visto che non voglio riaprire vecchie e sterili discussioni circa il mio uso di questo spazio che, en passant, non solo mi appartiene di diritto, visto che ne sono il direttore, regolarmente iscritto all’albo (cosa sembrerebbe rara nel nostro settore…) e anche l’editore…
Ma come detto non parlerò di politica, perché vorrei dedicare questo mio editoriale al “GENIO”.
Al “GENIO” di Frank Zappa ma anche a quello di due grandi italiani.
Due fiorentini e quindi due italiani che più italiani non si può.
Due italiani che hanno pagato pegno in vita per via del loro nonconformismo e della loro libertà di pensiero e che continuano a pagare pegno ancora oggi da morti.
Uno è, purtroppo, venuto a mancare da poco, Franco Zeffirelli, l’altra oggi (N.d.R. 29 giugno 2019) avrebbe compiuto novanta anni, Oriana Fallaci.
Di Franco Zeffirelli è stato detto molto in questi giorni ma non tanto come avrebbe meritato.
Della sua Arte e della sua Maestria non starò qui a discutere, visto che è evidente a tutti, soprattutto a coloro che l’hanno negata da vivo.
Credente, anticomunista e omosessuale e per il combinato disposto di queste tre categorie in Italia fu sempre osteggiato. Pagò a caro prezzo la storia, della quale non si poteva parlare, con Luchino Visconti… una liaison che doveva essere messa a tacere per via della militanza politica di Visconti, apertamente comunista, quando, negli anni cinquanta in Italia, il PCI non voleva che si parlasse di omosessualità e di tradimenti all’interno delle proprie fila (come non ricordare la storia d’amore extra-coniugale, e per ciò stessa negata, tra lo sposato Palmiro Togliatti e la deputata Nilde Iotti, di trent’anni più giovane…).
Ancora adesso, a pochi giorni dalla sua morte, di lui e del suo amore per l’Opera, poco si è detto e scritto, come se la “damnatio memoriae” fosse ancora oggi in vigore e valida da parte di quella “intellighenzia” che ha, di fatto, condizionato la cultura italiana dal dopoguerra ad oggi.
Franco Zeffirelli era una persona colta, intelligente e sagace e mi piace ricordarlo con due frasi che, secondo me, bene lo descrivono.
La prima si riferiva al suo privato: “Il movimento gay mi ha sempre fatto schifo. L’omosessuale non è uno che sculetta e si trucca. È la Grecia, è Roma. È una virilità creativa.” mentre la seconda si riferiva alla sua professione: “Ho sempre pensato che l’opera sia un pianeta dove le muse lavorano assieme, battono le mani e celebrano tutte le arti.”
Sono sicuro che il suo “GENIO” e il suo amore per l’Opera sarà ricordato da molti tra di voi… così come, sono certo, molti avranno amato e odiato, sia in vita che dopo la sua morte, Oriana Fallaci, la co-protagonista di questo mio editoriale scritto in questo caldo pomeriggio estivo.
Anche la Fallaci è stata osteggiata per le sue posizioni contrarie al pensiero comune e dominante nella cultura italiana e occidentale in genere. Di lei tanto si è detto e tanto si è scritto, a torto o a ragione, ma non si può negare che, come spesso accade ai “GENI”, riusciva a individuare e anticipare situazioni che nessun altro riusciva a vedere (parafrasando Schopenhauer).
Anche lei ha pagato duramente le sue posizioni e oggi nessuno l’ha ricordata, forse perché tutti presi dal “beau geste” della capitana tedesca che, forzando un blocco navale e speronando una vedetta della Guardia di Finanza, è attraccata oggi a Lampedusa e ivi tratta in arresto.
Eppure Oriana Fallaci ci ha lasciato molto e vorrei oggi condividere con voi due suoi pensieri.
Il primo lo vorrei dedicare a tutti voi lettori e in particolare ad Alessandro Merlino che mi ha scritto una lettera piena di complimenti: “Ogni persona libera, ogni giornalista libero, deve essere pronto a riconoscere la verità ovunque essa sia. E se non lo fa è, (nell’ordine): un imbecille, un disonesto, un fanatico. Il fanatismo è il primo nemico della libertà di pensiero. E a questo credo io mi piegherò sempre, per questo credo io pagherò sempre: ignorando orgogliosamente chi non capisce o chi, per i suoi interessi e le sue ideologie, finge di non capire”.
L’altra frase di Oriana la vorrei dedicare ai miei figli, che, sono sicuro, non la leggeranno ma che, spero, un giorno, la faranno propria: “L’Italia che vorrei è un’Italia che si oppone alle Italie in cui non mi riconosco: un’Italia ideale. Un’Italia coraggiosa, dignitosa, seria, un’Italia che non si consegna al nemico. Che non si lascia intimidire da chi spalanca le porte al nemico, che non si lascia ricattare o rincretinire dalle bestialità dei Politically Correct. Che va fiera della sua identità, che saluta la bandiera verde, bianca e rossa mettendo la mano sul cuore e non sul sedere”.
Scrivetemi pure, come sempre, senza remore a:
abassanelli@fedeltadelsuono.net
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