Il grigio tra il bianco e il nero
MARINERS APARTMENT COMPLEX
[Verse 1]
You took my sadness out of context
At the Mariners Apartment Complex
I ain’t no candle in the wind
I’m the board, the lightning, the thunder
Kind of girl who’s gonna make you wonder
Who you are and who you’ve been
[Pre-Chorus]
And who I’ve been is with you on these beaches
Your Venice bitch, your die-hard, your weakness
Maybe I could save you from your sins
So kiss the sky and whisper to Jesus
My, my, my, you found this, you need this
Take a deep breath, baby, let me in
[Chorus]
You lose your way, just take my hand
You’re lost at sea, then I’ll command your boat to me again
Don’t look too far, right where you are, that’s where I am
I’m your man
I’m your man
[Verse 2]
They mistook my kindness for weakness
I fucked up, I know that, but Jesus
Can’t a girl just do the best she can?
Catch a wave and take in the sweetness
Think about it, the darkness, the deepness
All the things that make me who I am
[Pre-Chorus]
And who I am is a big-time believer
That people can change, but you don’t have to leave her
When everyone’s talking, you can make a stand
‘Cause even in the dark, I feel your resistance
You can see my heart burning in the distance
Baby, baby, baby, I’m your man (Yeah)
[Chorus]
You lose your way, just take my hand
You’re lost at sea, then I’ll command your boat to me again
Don’t look too far, right where you are, that’s where I am
I’m your man
I’m your man
[Outro]
Catch a wave and take in the sweetness
Take in the sweetness
You want this, you need this
Are you ready for it?
Are you ready for it?
Are you ready for it?
Album: Norman Fucking Rockwell!
Autore: Lana Del Rey e Jack Antonoff
Artista: Lana Del Rey
Data di uscita: 2019
Questa canzone è la seconda dell’album che rappresenta la cover di questo numero di ottobre.
Lana del Rey è una bella cantautrice americana, una che ha puntato molto sull’immagine ma anche sui testi delle sue canzoni.
“Norman fucking Rockwell!” è il suo ultimo album e, a differenza dei precedenti, ha un’anima più triste, più disincantata sull’America e sul futuro.
Non è un caso che, mentre il brano che dà il titolo all’album abbia una vena dissacrante e dei toni molto forti (leggetevi il bellissimo articolo di Mauro Bragagna), questo è di gran lunga il più ascoltato in streaming pur avendo dei toni molto più tristi e una musica che ti prende dentro fino a cullarti…
Qualcuno ha scritto che “Quando sei felice, ti godi la musica, quando sei triste ne capisci i testi” e credo che sia vero o almeno lo è per me.
Ci sono molte canzoni che rappresentano dei veri e propri spartiacque nella vita di ognuno di noi, così come lo rappresentano dei cantanti o dei gruppi.
Nei primi anni dell’adolescenza ascoltavo i Kiss ma anche Simon and Garfunkel … oggi a ripensarci non ne comprendo il perché se non il fatto che fin da piccolo ero sempre alla ricerca di qualcosa che, solo più avanti negli anni, ho iniziato a intravedere.
Lana del Rey in questa bella canzone (scritta insieme a Jack Antonoff, anche lui cantautore americano) tende una mano a tutti i delusi, gli sconfitti, ai disamorati… a coloro che hanno semplicemente perso la strada.
Agli amanti che erano e che potrebbero ancora essere ma anche ai tanti piegati dal peso della vita, ingrigiti dalle proprie paure, abbrutiti dai propri demoni… insomma a tutti quelli che soffrono del mal di vivere, sempre più presente nelle nostre giornate.
Questo mese vorrei parlarvi ANCHE di depressione, non perché ne sia un esperto né perché io ne abbia testimonianza diretta, ma perché sempre più persone intorno a me ne soffrono e non riescono a trovare il modo per uscirne, né chi gli sta intorno il modo per aiutarli.
A sentire i loro racconti (quando riescono a tirare fuori qualche parola dal loro isolamento) deve essere una condizione terribile: tutto è grigio, incolore; niente ha più valore ne vale la pena più fare nulla.
Le giornate si alternano tutte uguali, senza alti e bassi, senza voglia di fare nulla, senza alcun desiderio.
Credo che se mai dovessi provare una emozione del genere e se questa poi dovesse protrarsi per giorni e giorni, beh, credo veramente che potrei impazzire.
A sentire ciò che ti raccontano è come vivere in una nebbia continua, che tutto avvolge, tutto confonde, fino a perdere ogni riferimento.
Non so quale possa essere una soluzione. Probabilmente la prima cosa che mi verrebbe in mente sarebbe quella di rivolgermi a un medico per farmi prescrivere una qualche cura o un sostegno psicologico… eppure anche questa soluzione è ai loro occhi senza utilità.
L’unica cosa che li accompagna (almeno alcuni di quelli con i quali sono riuscito a parlare) in questa condizione totalmente straniante è la musica.
Forse la musica con il suo linguaggio universale e con il suo fruire senza barriere di carattere psicologico o culturale, riesce a fare una piccola breccia nel loro mondo, un po’ come la tromba che le navi utilizzano quando navigano nella nebbia.
Mi piace pensare che la musica possa rappresentare per ognuno di noi un riferimento sicuro, un evidenziatore da utilizzare nei momenti di gioia in modo da permetterci di non dimenticare quel breve momento di felicità. E quando ascolteremo di nuovo quella melodia, ci ricorderemo che la felicità è passeggera, fatta di brevi e intensi momenti.
Chi vi invita a ricercare la felicità vi sta vendendo una moneta bucata giacché non dovremmo ricercare la felicità fine a se stessa bensì la serenità, che è ben altro.
Eppure la musica ci ricorda anche i momenti bui, quelli nei quali il dolore ha preso il sopravvento, il cuore si è spezzato e il fiato ci si spegneva in gola. Anche in questi momenti la musica è lì a ricordarci che tutto passa, che qualcuno c’è già passato e molti altri ci passeranno e tutti si ritroveranno in quella melodia, in quelle parole.
Questo è il motivo per cui le canzoni allegre, spensierate, che ti fanno ballare e muovere sono chiamate “tormentoni dell’estate”, perché è appunto quello il loro periodo di vita!
Ma le canzoni che parlano di amori tormentati, di tradimenti, di cuori spezzati, di anime dannate e di fuoco nelle vene… beh, quelle non passano mai!
Quelle diventano immortali perché ci ricorderanno per sempre quel momento di dolore che sembrava non passare mai e che oggi ricordiamo con malinconia…
Quale è la vostra melodia che ancora oggi, dopo tanti anni, vi suscita ancora emozioni e ricordi che vi riempiono il cuore e l’anima?
Per me è “Bridge over troubled water” di Simon and Garfunkel… e la vostra? Perché?
Scrivetemi pure, come sempre, senza remore a:
abassanelli@fedeltadelsuono.net
Buona musica e avanti tutta!
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