99 LUFTBALLONS
[Strophe 1]
Hast du etwas Zeit für mich?
Dann singe ich ein Lied für dich
Von 99 Luftballons
Auf ihrem Weg zum Horizont
Denkst du vielleicht grad an mich?
Dann singe ich ein Lied für dich
Von 99 Luftballons
Und, dass sowas von sowas kommt
[Strophe 2]
99 Luftballons
Auf ihrem Weg zum Horizont
Hielt man für Ufos aus dem All
Darum schickte ein General
‘Ne Fliegerstaffel hinterher
Alarm zu geben, wenn’s so wär
Dabei war’n dort am Horizont
Nur 99 Luftballons
[Strophe 3]
99 Düsenflieger
Jeder war ein großer Krieger
Hielten sich für Captain Kirk
Es gab ein großes Feuerwerk
Die Nachbarn haben nichts gerafft
Und fühlten sich gleich angemacht
Dabei schoss man am Horizont
Auf 99 Luftballons
[Strophe 4]
99 Kriegsminister
Streichholz und Benzinkanister
Hielten sich für schlaue Leute
Witterten schon fette Beute
Riefen, „Krieg!“, und wollten Macht
Mann, wer hätte das gedacht?
Dass es einmal so weit kommt
Wegen 99 Luftballons
[Bridge]
Wegen 99 Luftballons
99 Luftballons
[Strophe 5]
99 Jahre Krieg
Ließen keinen Platz für Sieger
Kriegsminister gibt’s nicht mehr
Und auch keine Düsenflieger
Heute zieh’ ich meine Runden
Seh’ die Welt in Trümmern liegen
Hab’ ‘n Luftballon gefunden
Denk’ an dich und lass’ ihn fliegen
[Verse 1]
If you have some time for me
Then I will sing a song for you
About ninety-nine balloons
On their way to the horizon
Do you think of me now?
Then I will sing a song for you
About ninety-nine balloons
And that such a thing comes from such a thing
[Verse 2]
Ninety-nine balloons
On their way to the horizon
Were taken for UFOs from space
Hence, a general sent
A squadron after them
To give the alarm
But there on the horizon
Were just ninety-nine balloons
[Verse 3]
Ninety-nine jet fighters
Each was a great warrior
Regarded themselves as Captain Kirk
There was a great display of fireworks
The neighbors didn’t understand
And soon felt offended
Then they shot at the horizon
At ninety-nine balloons
[Verse 4]
Ninety-nine ministers of war
Matches and petrol canisters
Regarded themselves as clever people
Already on the scent of fat quarry
They shouted, “War,” and wanted power
Man, who would have thought
That someday it would come this far
Because of ninety-nine balloons
[Bridge]
Because of ninety-nine balloons
Ninety-nine balloons
[Verse 5]
99 years of war
Left no place for winners
War ministers don’t exist anymore
And not one jet
Today I stroll around
See the world in ruins
I’ve found a balloon
I think about you and let it fly
Album: Nena
Artista: Nena
Autore: Jörn-Uwe Fahrenkrog-Petersen & Carlo Karges
Produttore: Manfred Praeker & Reinhold Heil
Data di uscita: 1983
Gli appassionati di numeri e numerologia probabilmente avranno elaborato diverse congetture su questi due numeri, il 9 e il numero 11.
9 novembre 1989, 1989/11/09, 11/9 all’americana è la data che ricorda la caduta del muro di Berlino, avvenuta esattamente trenta anni fa.
11 settembre 2001, 2001/09/11, 9/11 è invece la data che ormai universalmente ricorda la tragica vicenda del crollo delle torri gemelle a New York.
9/11 è diventato un’icona, tristemente famosa grazie a film e documentari realizzati per tentare di descrivere la follia della guerra di religione, il fanatismo, la chiusura, il terrore islamista con il quale, ancora oggi, facciamo purtroppo i conti quotidianamente…
11/9 è invece all’opposto un simbolo che ci ricorda il desiderio di pace, la voglia di libertà di un popolo e di un continente…
11/9… 9/11… gli strani giochi del destino racchiusi in due numeri, invertendo i quali cambia completamente la prospettiva della nostra storia, delle nostre società.
Quel 9 novembre rappresentò per la mia generazione la fine di un incubo, la guerra fredda, e la potenziale riunione di una città, una nazione e un continente, divisi a tavolino dalle due superpotenze che vinsero la seconda guerra mondiale.
Io ho avuto la fortuna di vivere entrambe le facce di Berlino: ho studiato economia nella Germania Est (DDR) vivendo a Berlino Est nel 1983. C’erano i soldati russi che pattugliavano le strade buie e desolate di Berlino Est, c’era la fame rappresentata dai grandi supermercati vuoti e dai tassisti abusivi che la notte ti scarrozzavano in giro per la città sulle loro rumorose e piccole Trabant. C’erano tante ragazze e ragazzi che vedevano i grattacieli illuminati al di là del muro ma che non riuscivano bene a capire se fossero veri o falsi, tanto erano indottrinati e plagiati dalla terribile e violenta dittatura comunista. Ma c’era soprattutto una grande voglia di libertà che si esprimeva nel desiderio di poter viaggiare, cosa che a loro, berlinesi dell’Est, era assolutamente proibita.
Non avevano il passaporto ma soprattutto non potevano attraversare quella lunga e stretta strada, circondata di recinzioni, filo spinato, Vopos e campi minati che poteva solo condurli dalla loro prigione dorata alla vera prigione della DDR.
E così in tanti cercavano di fuggire da Berlino e dai Muri che avevano metaforicamente diviso non solo una città ma una nazione, un continente e un mondo, oltre ad aver fisicamente tagliato in due case, palazzi, famiglie…
Solo chi non ha visto Berlino Est prima del 1989 può parlare di Muro al singolare. In effetti i Muri (al plurale) erano due e correvano paralleli divisi da una striscia di terra presidiata dalle truppe sovietiche e dai Vopos, la polizia popolare tedesca che era tristemente nota in tutta la Germania Est e a Berlino Est in particolare.
Ma torniamo a parlare del Muro di Berlino e della sua storia: il Muro (torniamo a chiamarlo come ormai tutti lo chiamano!) venne eretto nella notte tra il 12 il 13 agosto del 1961, ufficialmente (da parte della DDR) come protezione antifascista (già allora si usava parlare di antifascismo per mascherare veri intenti prevaricatori e violenti, tipici dei regimi dittatoriali come il fascismo e il comunismo). In effetti il Muro fu una scelta obbligata per cercare di fermare il continuo esodo di cittadini della DDR che tentavano di fuggire nella vicina e ricca Repubblica tedesca (BRD). Dal 1961 al 1989 ci sono stati oltre 5.000 tentativi di fuggire in occidente superando il muro. La gran parte di questi tentativi fu scoperta e i fuggitivi arrestati. Le cifre ufficiali parlano di circa 130 morti anche se le stime ci restituiscono un numero molto più vicino alle 240 uccisioni da parte della temibile Vopos.
Per fortuna 30 anni fa il muro fu abbattuto senza che ci fosse un solo atto di violenza e la Storia voltò pagina, aprendosi ad un’era di speranza e di euforia… tristemente chiusa con la tragedia dell’11 settembre 2001.
Allora questo mese ho voluto rendere omaggio a una canzone dal motivo orecchiabile e accattivante se non fosse che, essendo cantata in tedesco, non ne capivamo le parole. 99 Luftballons di Nena è diventata, senza volerlo, il motivo che ha fatto da sottofondo a quel cambio epocale che fu la caduta del Muro di Berlino…
C’è sempre una canzone, un motivo, una melodia musicale a sottolineare e ricordare i nostri momenti importanti o quelli di un’intera generazione.
Scrivetemi pure, come sempre, senza remore a:
abassanelli@fedeltadelsuono.net
Buona musica e avanti tutta!
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