FEDELTÀ DEL SUONO #304 – GIUGNO 2021 – A PROPOSITO DI SESSO DEGLI ANGELI…
A proposito di sesso degli angeli…
Ero dotato, sono dotato. A volte mi guardo le mani e mi rendo conto che sarei potuto diventare un grande pianista o qualcosa del genere. Ma che cos’hanno fatto, le mie mani? Mi hanno grattato le palle, hanno scritto assegni, hanno allacciato le scarpe, hanno tirato la catena del water ecc. Ho sprecato le mani. E la testa.
CHARLES BUKOWSKI
TEARS DRY ON THEIR OWN
[Verse 1]
All I can ever be to you is the darkness that we knew
And this regret I’ve got accustomed to
Once it was so right, when we were at our height
Waiting for you in the hotel at night
I knew I hadn’t met my match
But every moment we could snatch
I don’t know why I got so attached
It’s my responsibility
And you don’t owe nothing to me
But to walk away, I have no capacity
[Chorus]
He walks away, the sun goes down
He takes the day, but I am grown (I’m grown)
And in your way, in this blue shade
My tears dry on their own
[Verse 2]
Yeah, I don’t understand, why do I stress the man?
When there’s so many bigger things at hand
We could’ve never had it all
We had to hit a wall
So this is inevitable withdrawal
Even if I stop wanting you and perspective pushes through
I’ll be some next man’s other woman soon
I cannot play myself again
I should just be my own best friend
Not myself in the head with stupid men
[Chorus]
He walks away, the sun goes down
He takes the day, but I am grown (I’m grown)
And in your way, in this blue shade
My tears dry on their own
[Bridge]
So we are history
Your shadow covers me
The sky above ablaze
[Chorus]
He walks away, the sun goes down
He takes the day, but I am grown
And in your way, in this blue shade
My tears dry on their own
I wish I could say no regrets
And no emotional debts
‘Cause as we kiss goodbye, the sun sets
So we are history, the shadow covers me
The sky above ablaze that only lovers see
[Chorus]
He walks away, the sun goes down
He takes the day, but I am grown (I’m grown)
And in your way, my blue shade
My tears dry on their own
Woah, he walks away, the sun goes down
He takes the day, but I am grown
And in your way, in this blue shade
My, oh-oh-oh
[Outro]
He walks away, the sun goes down
He takes the day, but I am grown
And in your grey, in this blue shade
My tears dry on their own
ALBUM: Amy Winehouse at the BBC
ARTISTA: Amy Winehouse
ANNO: 2021
Leggendo “I Decaloghi” di questo mese dell’Amico fraterno Lorenzo, mi viene da pensare a Dino Buzzati e al suo “Il deserto dei tartari”, opera letteraria bellissima e struggente, quanto può esserlo la malinconia e la solitudine. Il personaggio principale, Giovanni Drogo, si ritrova nel suo viaggio verso la Fortezza Bastiani a ragionare di sé, della propria vita, della incomunicabilità, del mentire a sé stessi e dell’alienazione che ci pervade ma soprattutto della solitudine quando scrive ”… non c’erano lumi, neppure voci di uccelli notturni, solo di tanto in tanto arrivava suono di acque lontane. Provò a chiamare ma gli echi gli respinsero la voce con timbro nemico…”.
Incomunicabilità… nello scritto di Lorenzo il tema è forte, visto che sono mesi che conduce una sua battaglia, che è anche tutta mia, verso coloro che dimostrano di non conoscere l’italiano ma che soprattutto dimostrano di non aver compreso il senso di ciò che scrivono… ma hanno una tale concezione di sé da non rendersi conto che, proprio come nel libro di Buzzati, la realtà è ben diversa dall’illusione di essa.
Un conto è ESSERE e un altro conto è invece IMMAGINARE DI ESSERE…
E così, tra un “suono delle misure” e un “suono dello studio di registrazione” (che potremmo definire delle pure intuizioni) si è definitivamente consumato lo strappo con la realtà, tra reale e virtuale, tra l’immagine di sé e la percezione di ciò che si è.
Continuare a parlare del suono di un oggetto, svincolandolo dal soggetto che quel suono DEVE percepire, vuol dire non aver compreso le basi del ragionamento che dovrebbe sottendere ad ogni decisione…
Che cosa potrebbe voler dire infatti “il suono di una stanza” se non l’approssimazione di una sensazione, quasi una pura intuizione non legata ad alcun elemento logico. Non vi può infatti essere alcun appiglio logico ad un discorso privo di “ragione”, intesa nel suo aspetto trascendente.
Il “suono di una misura” è come parlare di sesso degli angeli avendo però l’ambizione di dotare questo discorso di un substrato tecnico/scientifico… il sesso degli angeli misurato!
Ma siccome il sesso degli angeli non mi appassiona, provo allora a parlare di musica in streaming in alta risoluzione.
È infatti di questi giorni la notizia che, dopo Spotify, anche Apple Music apre la sua collezione di album all’alta qualità (HQ come Spotify HQ Edition).
Dopo molti anni spesi a discutere sulla qualità (bassa) dell’immenso catalogo di Apple Music, ecco che anche da Cupertino arriva un messaggio che non lascia dubbi: a giugno Apple Music fornirà a tutti i suoi utenti l’audio ad alta risoluzione (tracce audio con compressione lossless ALAC e qualità fino a 24 bit e 192 kHz) senza costi aggiuntivi rispetto all’abbonamento attuale. Si parte inizialmente con 20 milioni di brani che diventeranno 75 milioni entro fine anno.
L’utente potrà scegliere il livello di qualità desiderato all’interno del menu. Apple ha codificato le tracce immaginando diversi profili di utilizzo: utilizzando ad esempio un dispositivo con auricolari wireless si potranno raggiungere nativamente solo i 24 bit a 48 kHz. Apple stessa precisa che per poter ascoltare le tracce a 24 bit e 192 kHz bisognerà dotarsi di un DAC esterno. Le tracce audio “Lossless” saranno quelle fino a 48 kHz, mentre quelle marchiate “Hi-Res Lossless” saranno quelle fino a 192 kHz.
La disponibilità delle tracce ad alta risoluzione sarà prerogativa esclusiva del servizio di streaming e, almeno per questo primo momento, solo i possessori di iPhone, iPad, Mac, o Apple TV potranno godere delle tracce audio alla massima qualità.
Erano anni che se ne parlava ma, come al solito, serviva Apple per dare uno scossone a questo settore, spostando l’asticella ancora verso l’alto.
A questo punto, una domanda sorge spontanea: ma voi siete in grado di distinguere tra un file in bassa e uno in alta risoluzione?
Si…?!? Ne siete sicuri???
Bene, se volete misurarvi CON VOI STESSI e CON LE VOSTRE PERCEZIONI, senza parlare del SESSO DEGLI ANGELI, c’è un metodo, facile facile!
Dedicate almeno 10 minuti del vostro tempo per togliervi questa curiosità, collegandovi a questa pagina internet (abx.digitalfeed.net). Fate il test e poi… ne riparliamo la prossima volta?!?
Io il test l’ho fatto e ho anche fatto uno screenshot con i miei risultati… vediamo chi avrà il coraggio di inviare uno screenshot dei propri!
Scrivetemi pure, come sempre, senza remore a:
abassanelli@fedeltadelsuono.net
Buona musica e avanti tutta!
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