Alessio Pianelli, Sulla Quarta

 

“Nel 2013 nasceva Almendra Music e con essa il mio personale progetto di incidere le sei Suites di Johann Sebastian Bach. Un’integrale delle Suites è un grande punto di arrivo per qualsiasi violoncellista, e io allora stavo ancora ultimando la mia formazione, alla ricerca del mio vero suono. Con Gianluca e Luca, produttori di Almendra, pensai che potesse essere molto interessante per gli ascoltatori, e onesto da parte nostra, presentare sì un’integrale delle Suites, ma dipanata negli anni: un percorso in grado di raccontare la crescita intellettuale, timbrica e umana di un musicista tra i suoi venti e trent’anni d’età. Un percorso di otto o nove anni in cui, album dopo album, una di queste pietre miliari della storia della musica per violoncello, è affiancata alla musica del secolo appena passato e a quella appena nata, di oggi, vicina alla cultura e alle percezioni di un ragazzo nato in Sicilia nel 1989. Una ricerca dunque fatta e vissuta tutti insieme, il musicista e l’ascoltatore, che eliminava la paura (cioè: la responsabilità, ma anche arroganza) di presentare una versione presunta “definitiva” delle Suites e che, al contrario accettava definitivamente il fatto che la musica di Johann Sebastian, e in particolar modo delle sue Suites per violoncello, è aperta a infinite interpretazioni, non solo determinate da necessarie e informate scelte filologiche, ma anche dalle provenienze geografiche, culturali, e soprattutto dal proprio sentire. Per questo nuovo album, Sulla Quarta, ho scelto la Suite numero 4, per me la più nobile, quella che suono ogni mattina e che ho perennemente dovuto, potuto e voluto studiare: per le difficoltà di risonanza che la sua tonalità provoca ad ogni violoncellista ma anche per il suo carattere che è secondo me quello che accusa maggior cambiamento se suonata con montatura antica e col diapason a 415 Hz, più basso rispetto al diapason “standard” di oggi a 440 Hz. Sul violoncello attuale, la tonalità di Mi bemolle maggiore mi trasmette timidezza, debolezza, e tende a far diventare la musica di questa Suite astratta, “verso l’alto”; sul violoncello barocco invece sento subito grande forza, nobiltà d’animo, e radici ben piantate al suolo. Sono sempre stato affascinato dal potere magico e cangiante di questa quarta Suite ed è per questo che non ho mai smesso di studiarla, alla ricerca di un compromesso (anche se “compromesso” non è la parola che userei), se si può, tra questi suoi caratteri, determinati dai cambiamenti della storia del mio strumento, cosi definiti quanto opposti. Non posso essere certo di trovare in futuro un’interpretazione che mi soddisfi appieno (perché le interpretazioni cambiano con l’interprete!), e così ho tramutato questi pensieri, questa ricerca “da interprete”, in energia musicale, utile a comporre un brano per due violoncelli, un brano, appunto, Sulla Quarta! Così questo nuovo album non è solo il secondo del mio progetto discografico tra Bach e la musica attuale: è diventato anche un nuovo debutto perché è la mia prima volta che “compongo” le mia attività di interprete e di compositore in un album mio (altri brani sono stati già incisi da splendidi colleghi per Decca e per Seed Music). Ad aprire le danze di questo album, The Songlines di Giovanni Sollima, quel mio primo Maestro, siciliano come me, che mi iniziò al violoncello. The Songlines, nato nel 1993 dopo la lettura dell’omonimo libro di Bruce Chatwin e dedicato a Rocco Filippini, non è ispirato ai canti degli aborigeni australiani di cui il libro parla, ma a “vie dei canti” suggerite dalla Sicilia, terra le cui innumerevoli culture lasciano intrecciare detriti di canti. La struttura barocca di questa composizione, la grande capacità evocativa e la forte relazione personale e geografica mi hanno portato a pensare che fosse la musica del secolo scorso adatta a legare la quarta Suite di Bach col mio Sulla Quarta, e comporre così questa seconda tappa discografica della mia ricerca condivisa con gli ascoltatori, mentre attendo io stesso di sapere cosa accadrà nel terzo album, visto che già la Terza Suite di Bach comincia a far vibrare le corde del mio violoncello…” [A.P.]

(Almendra Music)

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